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SALONE DEL MOBILE 2025 – THE MEMPHIS ROOM

SALONE DEL MOBILE 2025 – THE MEMPHIS ROOM
  • Autori
    Vari designer
  • Luogo
    Fiera Milano, Rho
  • Anno
    2025

The Memphis Room è il progetto espositivo di Memphis al Salone del Mobile di Milano 2025, guidato da due concetti chiave: archivio e rinnovamento.
Con Memphis, il concetto di rinnovamento si ribalta: non si tratta di attualizzare qualcosa di superato, poiché lo spirito dei suoi pezzi trascende le epoche e conserva da sempre intatta la sua contemporaneità. Il rinnovamento qui si esprime attraverso la reinterpretazione di creazioni già straordinarie, appartenenti alla leggendaria collezione Memphis 1981–1986, in un vero e proprio ritorno al nuovo.

Allo stesso modo, l'archivio di Memphis non si può ridurre a un deposito statico di memorie: la stanza che custodisce i pezzi Memphis è una risorsa viva e in continua trasformazione, capace di generare nuove narrazioni. Non si tratta di una semplice rilettura nostalgica del passato, ma è una costante riaffermazione dell'originalità delle creazioni di Sottsass e del gruppo. In altre parole, Memphis continua a essere sinonimo di innovazione.

Oltre alla loro intrinseca contemporaneità, un altro aspetto distintivo dei pezzi esposti nella Memphis Room è la capacità di creare connessioni inedite e offrire nuove chiavi di lettura, che si tratti dei classici già in catalogo o di nuove aggiunte.

Tra i “nuovi” pezzi che arricchiscono questo spazio dinamico si trovano il tavolo Venezia e il tavolino Hyatt nero, entrambi concepiti originariamente da Ettore Sottsass, in momenti differenti, per le sue abitazioni milanesi. Accanto a loro, spiccano le riedizioni del misterioso specchio scultoreo Sheraton disegnato da Luigi Serafini nel 1981; la dormeuse ironicamente asettica dal nome Century progettata da Andrea Branzi nel 1982; gli specchi da tavolo giocosi ma chic Dorian e Ionian di Michele De Lucchi del 1985.

Nel suo ‘ritorno al nuovo’, Memphis mette in mostra accostamenti inediti e continua a interrogare l’eredità dei suoi autori senza timore reverenziale verso la storia, ma con l’entusiasmo di una collezione che continua, ancora oggi, a essere sinonimo di avanguardia.

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