Il nome Memphis sarà scelto sia perché è la città del Tennessee dove è nato Elvis Presley sia perché è la capitale dell'Antico Egitto (Menfi).
Gli amici di Ettore presenti erano Martine Bedin, Aldo Cibic, Michele De Lucchi, Nathalie Du Pasquier, Matteo Thun e George J. Sowden. Si uniranno a Memphis Andrea Branzi, Shiro Kuramata, Marco Zanini, Peter Shire, Gerard Taylor, Masanori Umeda, Arquitectonica, Michael Graves, Hans Hollein, Arata Isozaki, Javier Mariscal.
Il 19 settembre 1981, alla galleria Arc '74 vengono esposti 55 pezzi tra mobili, lampade e oggetti in ceramica. Tre mesi dopo, più di quattrocento testate mondiali celebrano il successo di Memphis.
Alchimia e Memphis negli anni ’80 - a partire dalle esperienze del Radical Design degli anni Sessanta - sperimentando nuovi linguaggi, hanno permesso di ridefinire le relazioni antropologiche tra l’uomo e gli oggetti.
Questo Nuovo Design rispondeva appieno alla necessità di rispecchiare le esigenze di una società complessa. Non bastava più che un oggetto fosse solo “funzionale”, l’oggetto ora viene caricato di significati, simbolici, poetici, affettivi.
Con Memphis forme in bilico tra pop e un ironico classicismo, cultura alta e popolare del prodotto, si fondono in un folle miscuglio: un’estetica dirompente tra kitsch ed eleganza. Alla definizione di questa attitudine espressiva che attiva la sensorialità degli utenti, giocano un ruolo chiave i materiali.
Si utilizzano materiali a contrasto: quelli innovativi come il laminato plastico di Abet Laminati – decorato su progetto dei designer stessi – sono accostati a materie preziose come la radica.
IL PARTICOLARE CONNUBIO TRA ARTE E ARTIGIANATO, IN CUI LA METAFORA E L’ALLEGORIA POSSONO RICOMPORRE FRAMMENTI SIGNIFICANTI PER REALIZZARE MOBILI “PARLANTI”, È NEL DNA DI MEMPHIS. RIPROPORRE ALL’ATTENZIONE DELLA CULTURA UFFICIALE “LA MANUALITÀ” E IL DESIGN ARTIGIANALE COME ALTERNATIVA ALL’ARCHITETTURA INTERNAZIONALISTA È STATO INFATTI UNO DEI SUOI OBIETTIVI FIN DAI SUOI ESORDI NEGLI ANNI ’80.
L'obiettivo di Memphis è stato quello di creare una "piattaforma", un laboratorio, un osservatorio per riflessioni critiche e progettuali, contro l'estetica, i materiali e i modi di produzione del design industriale.
Per esplorare le possibilità espressive e culturali del design al di là del marketing, Memphis ha risposto all'esigenza delle aziende di sviluppare una nuova strategia produttiva incentrata su piccoli "mercati di tendenza", per produrre nuovi oggetti di design concepiti non per il mercato di massa, ma per un pubblico "selezionato". Questi prodotti si distinguono per l'alto livello di "valore emozionale" che sono in grado di trasmettere, che va ben oltre la funzionalità e l'ergonomia (anche se questi fattori sono presenti).
Non solo "funzione", dunque, ma anche "impatto emotivo", per: aggiornare e ringiovanire il linguaggio del design e dell'architettura; sfidare i dogmi del funzionalismo e del design industriale; celebrare il banale e la dimensione quotidiana; abbattere i tabù del buon gusto. Generare ottimismo, con il desiderio di cambiare il mondo.
IL GRANDE CONTRIBUTO DI MEMPHIS PER LA RIPRESA DEL TEMA DECORATIVO COME VALORE QUALIFICANTE E CARATTERIZZANTE DELLA PROGETTAZIONE E DELL’UTILIZZO DEI NUOVI MATERIALI SPINGENDO AL MASSIMO LE LORO POTENZIALITÀ ESPRESSIVE, RITORNA NELLE TENDENZE CONTEMPORANEE DOVE LO SPAZIO È ARREDATO CON SEMPRE CRESCENTE PERSONALIZZAZIONE E CONTAMINAZIONI CULTURALI.
"Le idee forti hanno vita breve e non è possibile svilupparle ulteriormente", afferma Sottsass, che lascia Memphis nel 1985.
Il gruppo durò il tempo necessario per mettere in pratica un'intuizione iniziale e rivoluzionaria: creare oggetti totemici, isolati, facilmente smontabili, multifunzionali e trasformabili. Pezzi di design che erodessero l'unità stilistica degli interni. Oggetti che identificano codici forti di identificazione spaziale.
Sono idee che ancora oggi ispirano intere generazioni di designer. Perché Memphis è un marchio "non storico", ancora vivo nel presente. Lo dimostrano la sua attualità, riconoscibilità e influenza sull'estetica, all'interno della cultura del design e della grafica.
Oltre 40 anni di "disobbedienza" rispetto al "buon design", anni che rappresentano ancora oggi un monito contro la standardizzazione e l'ottusità intellettuale. L'esperienza di Memphis invita alla contaminazione, sollecitando la creazione di immagini e il racconto di storie. Memphis è stata capace di prevedere i cambiamenti che di lì a poco avrebbero avuto un impatto sull'intera società.